LE SCUOLE IN RIVOLTA PER GAZA

comunicato Cobas Scuola Pisa a sostegno degli studenti

LE SCUOLE IN RIVOLTA PER GAZA

Questa mattina molte scuole di Pisa (Buonarroti, Dini, Galilei, Carducci e Russoli) sono state occupate dagli studenti che intendono proseguire la lotta e il blocco di ogni attività a fianco del popolo palestinese e della Flottilla: gli occupanti esprimono palesemente la solidarietà al popolo palestinese, e il sostegno agli attivisti della Flottilla ancora incarcerati illegalmente nelle prigioni di Israele, e denunciano la complicità del governo italiano che non riconosciuto lo Stato di Palestina e continua a inviare armi allo Stato terrorista di Israele.
Dopo la manifestazioni oceaniche in tutto il mondo, che a Roma ha portato oltre un milione di persone sulle parole d’ordine di Stop Genocidio a fianco delle resistenze del palestinese e per la liberazione della Palestina, gli studenti mostrano l’intenzione di proseguire nella mobilitazione fino a quando non cesseranno i bombardamenti di Israele su Gaza, le occupazioni in Cisgiordania e il genocidio da parte del governo terrorista di Netanyahu.
Come Cobas Scuola esprimiamo il più pieno sostegno a questa azione di lotta, auspicando che i docenti e tutto il personale della scuola si schieri accanto ai propri alunni e alunne per esprimere lo sdegno contro Israele è la solidarietà al popolo palestinese.

Cobas Scuola Pisa

 

Si riporta il comunicato degli studenti e delle studentesse

 

COMUNICATO DI INIZIO OCCUPAZIONE

Stanotte noi collettivi pisani abbiamo occupato le nostre scuole per esprimere non solo solidarietà al popolo Palestinese ma soprattutto dissenso verso la posizione del governo in merito a uno Stato che perpetua un genocidio da oltre 70 anni.

Abbiamo visto in questi giorni i tentativi della Global Sumud Flotilla di raggiungere la striscia di Gaza e la reazione delle milioni di persone scese in piazza. Quante volte gli attivisti della Flotilla e di tutto il movimento propalestina, o addirittura gli stessi Palestinesi, sono stati etichettati direttamente come terroristi; rendendo carnefici di violenze persone che da anni non fanno altro che subire. È evidente che non è mai stata una questione solamente politica ma principalmente umanitaria: 70 morti al giorni per oltre 2 anni di conflitto sono dati davanti ai quali non si può rimanere in silenzio. Non riteniamo il patto proposto da Trump una equa proposta di pace: un popolo che subisce un bombardamento ogni 8 minuti non può permettersi nemmeno di rifiutare un accordo ingiusto. Due anni di mobilitazioni a favore della Palestina non possono spegnersi così, il Governo italiano deve immediatamente smettere di supportare Israele e interrompere l’invio di armi, di cui è il terzo fornitore mondiale.

Pretendiamo che l’Italia riconosca lo Stato di Palestina e la sua autodeterminazione, che non è possibile stando alle condizioni proposte da Trump. Dobbiamo iniziare a guardare il mondo con i nostri occhi e non attraverso frasi dette da altri, dobbiamo iniziare a giudicare da soli e prendere le nostre decisioni, da ora per sempre.

Oggi abbiamo deciso di bloccare tutto, perché la nostra istruzione non può continuare mentre in Palestina si consuma un genocidio che calpesta ogni diritto umano, negando il diritto alla salute, al benessere e alla vita stessa. A scuola ci insegnano a non ripetere gli errori del passato, ma oggi siamo noi a ricordarlo a un governo che continua a sostenere chi alimenta la violenza e l’oppressione.

Il governo italiano reprime il pensiero critico e impone un modello educativo che ci vuole silenziosi, mentre nel mondo vengono distrutti i valori fondamentali della dignità, dell’uguaglianza e del rispetto reciproco.

Chiediamo un’istruzione libera e consapevole, capace di difendere i diritti umani e la verità. Finché questo governo non riconoscerà la Palestina e continuerà a ignorare la voce di chi chiede giustizia e umanità, noi blocchiamo tutto.

Con questa occupazione vogliamo riappropriarci di uno spazio che viviamo quotidianamente, in cui passiamo e a cui dedichiamo larga parte delle nostre giornate e che, nonostante tutto, ci viene presentato come alieno a noi.

Rivendichiamo il nostro diritto a una scuola che faccia apprendere gli studenti e che non li faccia ripudiare lo studio, perdere la curiosità, il pensiero serio critico o che rinneghi le particolarità di ciascuno. Rivendichiamo uno spazio che sia nostro e che possa essere davvero vissuto; uno spazio in cui esprimersi, ampliarsi nella conoscenza di sé, degli altri e del mondo.

Collaboriamo perciò per costruire un luogo piacevole, di rispetto, di ascolto. Un luogo in cui si possano ritrovare una socialità e un senso di comunità da cui veniamo privati.

Licei Buonarroti, Carducci,  Dini, Galilei e Russoli, 

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